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Stati dell'IO

“Qualunque cosa ci sia successa nella vita, noi abbiamo la possibilità di scegliere se alimentare l'ego o l'anima” (cit. Mauro Scardovelli).

 

La strada che sceglieremo sarà la nostra responsabilità.

Ma come nasce e come si sviluppa il nostro piccolo “ego”? Come diventa grande? E soprattutto, come si trasforma in una splendida farfalla/anima? Proverò a spiegarlo secondo il modello dell'Analisi Transazionale, un modello intuitivo per la facile comprensione dei processi psichici e mentali. 

 

Veniamo alla luce come esseri viventi con bisogni e caratteristiche da esprimere. In A.T. chiamiamo questo essere ancora indistinto “bambino somatico”, abbreviandolo con “B”. Questo è il “luogo” iniziale delle memorie emozionali e la sua evoluzione non porterà all'essere adulto ma sarà per sempre la sede delle emozioni, della volontà di creare, giocare, realizzarsi, è l'essere nucleo dell'anima più pura che un giorno, se saprà rendersi libera dal “Copione”, diverrà la farfalla che volerà libera e felice, facendo della vita il luogo della propria realizzazione e rimanendo sempre “Bambina”. Voglio precisare che qui “Bambino” non è sinonimo di “infantile”. Ciò che caratterizza ciò che si intende per Bambino con la B maiuscola, è “espressività”, “spontaneità” e genuinità” e “autenticità”, (non tutti i vari tipi di dipendenza che è giusto avere al di sotto di una età anagrafica).

Fin da quando nasciamo, riceviamo i messaggi da parte degli adulti che si occupano di noi, registrandoli in un “contenitore” che chiameremo “G” (come Genitore).

 

Così, ancora prima di formare una nostra capacità di “giudizio” e la capacità di percezione dei significati della realtà esterna a noi, avremo riempito il serbatoio “G” con tutte le memorie relative alle risposte che avremo ricevuto ai nostri bisogni, i giudizi su noi stessi e sulle cose intorno a noi, ciò che è “bene” e ciò che è “male”, i valori della famiglia, le regole e tutto ciò che i grandi vogliono farci sapere che dobbiamo imparare al più presto.

Mentre registriamo tutto ciò che i grandi ci fanno passare per vero e giusto, (che ovviamente corrisponde alle loro credenze, abitudini e convinzioni che si sono fatti riguardo a sé, agli altri e sul mondo), contemporaneamente e gradualmente, iniziamo ad avere una parte che analizza le situazioni e vi risponde come un piccolo computer: la nostra parte Adulta. Questa parte di noi registra come si risponde agli eventi e alle situazioni problematiche, anche in modo creativo, perchè dotata di intuito e di capacità di “assemblamento dati”. Ha capacità sempre più spiccate col passare del tempo riguardo alla logica e alla deduzione. È lo stato dell'io col qual affrontiamo il lavoro, i problemi, le situazioni in cui bisogna agire tenendo conto di dati e informazioni.


                                                                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco qua i tre stati dell'io: G – A – B (Genitore – Adulto – Bambino). Immaginate di rappresentare la vostra psiche dunque nel seguente modo: Quello che avremo “depositato” nello stato dell'io G" sono tutti i messaggi genitoriali, (e a seguire "quelli di insegnanti, fratelli maggiori etc.) quello che avremo nel "B" saranno tutte le emozioni, gli atteggiamenti e i pensieri del Bambino interiore che sarà con noi tutta la vita, (il nostro “Bambino”). Mentre in "A" avremo inserito tutte le capacità di problem solving e quelle di analisi delle situazioni.

 

Ma come potete facilmente immaginare la cosa può essere molto complessa.

Infatti anche i nostri genitori avevano questi tre stati dell'io e, sapendo che le informazioni e i messaggi verso di noi potevano provenire da ciascuno dei loro tre Stati, ovviamente, nel nostro stato dell'io“Genitore” sono depositati messaggi che provengono: 1) dal G di papà e mamma; dall'A di papà e mamma e, 3) dal B di mamma e papà!. Vale a dire che i messaggi ricevuti e registrati in noi contengono quelli che i nostri genitori hanno ricevuto dai loro genitori e così via.

 

La teoria di Hellinger sulle costellazioni familiari è coerente con questo modello perchè pare evidente da questo schema, quanto inconsciamente ci portiamo dietro da generazioni e generazioni, che rimane sedimentato nell'inconscio e agisce in noi come forza interna a seconda di quanto pressante o importante può essere stata l'esperienza vissuta e registrata nella nostra "matrice-Bambina".

Aggiungo che, come Sibaldi spiega, la parola che in italiano, nella Bibbia è tradotta come "peccato", in greco è traducibile con la parola "trauma" e, quando Dio dice che i "peccati ricadranno sui figli fino alla settima generazione", è possibile che la chiave del significato sia proprio che i "traumi" delle generazioni passate, saranno presenti nel nostro inconscio fino alla settima generazione (e credo che con il numero 7, che è un numero "magico" utilizzato qui per indicare una grossa quantità di tempo, le Sacre Scritture volessero proprio intendere che ci vorrà molto tempo prima che un vecchio "trauma" possa smettere di "agire" nella vita di una persona, sette generazioni sono quasi 200 anni infatti).

Ma in quale modo vengono trasmessi i messaggi da una generazione all'altra, e come si costruisce il proprio copione di vita?

 

Il proprio Copione si costruisce a partire da decisioni prese nell'infanzia, entro i primi sei/sette anni di vita, e queste decisioni vengono prese sulla base di convinzioni scaturite dalla nostra percezione della realtà esterna veicolata dalle relazioni con gli altri. Formuliamo equivalenze e interiorizziamo credenze prese per buone da messaggi che abbiamo interpretato e ritenuto “funzionali” al nostro modo di vivere le situazioni. Ad esempio Mario potrebbe avere la tendenza ad ammalarsi spesso perchè nella sua famiglia d'origine era vero che quando stava male tutti gli davano molte attenzioni mentre quando stava bene tutti erano molto presi dalle loro faccende quindi di attenzioni ne riceveva poche. Se aveva l'equivalenza già formata "dare attenzioni=amare", con il tempo avrà formato anche l'equivalenza: "stare male=essere amato", cosa che potrebbe comportare, se non modificata, qualche problema nella sua successiva vita di coppia. Prendere coscienza delle proprie equazioni porta alla trasformazione delle stesse in qualcosa che può aprire molto il campo di scelta e le opportunità che la persona si dà. 

 

Ovviamente la difficoltà nel debellare le nostre "equazioni" è direttamente proporzionale alla loro sistematicità o particolare “potenza” con le quali abbiamo fatto i conti nell'infanzia.

 

Nel linguaggio dell'Analisi Transazionale, i messaggi che vengono inviati dal G del genitore si dicono "Spinte" mentre quelle provenienti dal B del genitore sono dette "ingiunzioni". Analizzeremo in un altro articolo i contenuti di spinte e ingiunzioni in modo da acquisire qualche competenza nell'analisi dei messaggi di Copione ricevuti durante l'infanzia, sulla base dei quali ancora oggi dipaniamo la nostra storia.

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