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Il Copione di vita

Il "Copione", così come chiamato in origine da Eric Berne, fondatore dell'Analisi Transazionale, è un piano strategico che il bambino formula nel corso dei primi anni di vita in base alle idee, convinzioni, emozioni e relazioni che si trova a sperimentare interagendo con le persone che lo circondano e che gli forniscono una prima struttura di base per l'interpretazione della realtà. Il Copione non può prescindere dalla cultura e dalla società in cui il bambino è immerso, tiene conto di relazioni con le persone più vicine e la sua funzione è quella di "guidare" il bambino nella comprensione della cosiddetta "realtà".

 

Essendo formulato in base a sensazioni e convinzioni che nascono da connessioni logiche della mente, si basa principalmente su DECISIONI interne prese sulla base di messaggi ricevuti che portano a successo o fallimento, soddisfazione di un bisogno o frustrazione e, come è ovvio, tutto quello che il bambino "riceve" dall'esterno è filtrato dalla sua mente stessa e dalle sue percezioni soggettive, pertanto succede spesso che le decisioni prese in conseguenza di deduzioni soggettive non siano necessariamente "efficaci" ai fini di ciò che comunemente intendiamo per "bene" del bambino. Faccio un esempio: il bambino fa cadere un oggetto da un tavolino che fa un gran rumore e si rompe. La madre lo sgrida dicendogli che lui "la fa sempre arrabbiare perchè non sta mai fermo un secondo e fa sempre danni". Il bambino potrà fare diverse associazioni su questa frase, mettiamo che dentro di sè si dica: "muovermi fa arrabbiare la mamma. Quando mamma si arrabbia io non vado bene = non mi vuole più bene". Successivamente, toccare le cose il meno possibile, essere statico e non agire con autonomia potrebbe diventare un suo modo di far sì che le persone gli vogliano bene. Questa modalità potrà renderlo spesso infelice e lui penserà che non può fare diversamente.


Infatti quando accade qualcosa al di fuori del nostro corpo fisico, noi tendiamo a renderla "responsabile" della conseguenza che, sempre secondo noi, quel dato evento ha provocato. Ma dimentichiamo troppo spesso che saltiamo un passaggio intermedio che riguarda la "convinzione" associata a quel determinato evento che è la vera responsabile della nostra infelicità, non l'evento stesso. In questo caso specifico, se l'adulto si riapproprierà della scena iniziale prendendo atto che PER SUA MADRE era meglio che lui non si agitasse e che questo non vuoleva dire "non agire autonomamente", ma che per altre persone l'azione autonoma è qualcosa di utile se non a volte necessaria, allora la persona si sarà liberata da un pezzetto di copione non efficace semplicemente prendendo nuove decisioni riguardo all'agire, dandosi la possibilità di vedere nuove strade e rendersi felice.


I Copioni di vita si basano su decisioni come quella appena descritta e vengono rinforzati durante la crescita da convinzioni che tendiamo a riprodurre in modo da continuare a confermare le credenze elaborate per mantenere un senso di sicurezza sul "come va il mondo", anche se a volte queste stesse decisioni non ci rendono felici.

Ma si può cambiare il proprio "copione"? Certo. Basta indagare dentro di sè e ritrovare le vecchie convinzioni, metterle davanti a sè e individuare in che modo non sono più adattive per noi adulti ora. Ecco perchè il primo passo è sempre il "conosci te stesso", (attraverso la meditazione interiore o l'analisi critica di ciò che capita "fuori di noi stessi" che altro non è che la rappresentazione in scena esterna a ciò che accade dentro di noi) il secondo è "affronta le tue "ombre" e il terzo.... "Impegnati nello scoprire modi creativi per rinascere a te stesso". Ogni rinascita è uno scalino in più che porta alla integrazione di tutti gli "io".

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